Cronache, resoconti, scritti, poesie, pensieri, ricordi
descrizioni d'ambienti, della mia vita, della vostra
vita, della vita: la vita.
venerdì 10 maggio 2013
AAA - UN RICORDO METAFISICO
Lunedì 27 agosto 2012
AAA. UN RICORDO METAFISICO
La superstrada era stata appena aperta; bella nuovissima, con un asfalto perfetto, nero brillante, ancora un po' appiccicoso sotto le scarpe. Superstrada nei primi di Marzo del 1980 tardo pomeriggio, sole in declino, e nessun mezzo: superstrada deserta. Una canzone di Franco Battiato, Arabian Song suonava dall'autoradio, ariosa ed insolita. Nella piazzola di sosta, solo silenzio, le auto erano così rare che passavano interi minuti tra l'una e l'altra. Restai a guardare il cielo terso, l'asfalto nero e nacque in me uno degli stati d'animo che mi caratterizzano: sò che il termine è poco consono, ma io chiamo questo stato d'animo 'metafisico'. Un misto di grande serenità, di sguardi che si perdono in lontananza, di grandissimi spazi, possibilmente vuoti o con scarsi punti di riferimento (certo non soffro di agorafobia...), un vento non forte ma leggero, presente, fresco, piacevolissimo. Ma anche raccoglimento, una sensazione quasi di estasi, una perfettà fusione con la realtà e lo spazio circostante. L'asfalto nuovissimo, nero con le strisce bianche fatte da pochissimo tempo, formanti un perfetto contrasto cromatico, era comunque il tratto principale del quadro. Nero in terra, azzurro in cielo, musica ariosa, arabeggiante, clima neutro, stato d'animo placido, grandi, immensi spazi perfettamente pianeggianti, strade eternamente dritte, niente curve, tornanti e pendenze, strade asfaltate di recente e pulite, lisce con linee bianche perfette, segnali stradali muti, senza scritte. Superstrada Ascoli-Mare, primavera 1980.
AAA. UN RICORDO METAFISICO
nuovissima, con un asfalto perfetto, nero brillante,
ancora un po' appiccicoso sotto le scarpe.
Superstrada nei primi di Marzo del 1980
tardo pomeriggio, sole in declino, e nessun mezzo:
superstrada deserta.
Una canzone di Franco Battiato, Arabian Song
suonava dall'autoradio, ariosa ed insolita.
Nella piazzola di sosta, solo silenzio, le
auto erano così rare che passavano interi
minuti tra l'una e l'altra.
Restai a guardare il cielo terso, l'asfalto nero
e nacque in me uno degli stati d'animo che
mi caratterizzano: sò che il termine è poco
consono, ma io chiamo questo stato d'animo
'metafisico'.
Un misto di grande serenità, di sguardi che si
perdono in lontananza, di grandissimi spazi,
possibilmente vuoti o con scarsi punti di
riferimento (certo non soffro di agorafobia...),
un vento non forte ma leggero, presente,
fresco, piacevolissimo.
Ma anche raccoglimento, una sensazione quasi
di estasi, una perfettà fusione con la realtà
e lo spazio circostante.
L'asfalto nuovissimo, nero con le strisce bianche
fatte da pochissimo tempo, formanti un perfetto
contrasto cromatico, era comunque il tratto
principale del quadro.
Nero in terra, azzurro in cielo, musica ariosa,
arabeggiante, clima neutro, stato d'animo
placido, grandi, immensi spazi perfettamente
pianeggianti, strade eternamente dritte, niente
curve, tornanti e pendenze, strade asfaltate
di recente e pulite, lisce con linee bianche
perfette, segnali stradali muti, senza scritte.
Superstrada Ascoli-Mare, primavera 1980.
Divagazione di Camix